Quattro giorni di incontri, esposizioni e confronti sul modello energetico alternativo e sulle reali problematiche legate alla violazione di diritti umani ed ambientali, che in Colombia si fondono con la dimensione del conflitto armato che attanaglia il Paese da mezzo secolo. Ma anche su cosa significhi realmente difendere i beni comuni, costruendo insieme un modello alternativo di sviluppo energetico, con una visione integrale di acqua, terra, culture, in una parola, della Madre Terra.
Il caso della diga del Quimbo costruita da Enel nella regione del Huila, è un conflitto fortemente simbolico, che ci vede coinvolti come movimenti e cittadini italiani. La serie di incontri si concluderanno con la marcia contadina, il 12 ottobre, giornata internazionale contro i nuovi colonialismi, nei territori che la diga vorrebbe inondare. E saranno in contatto con la prossima Minga Indigena, il 14 ottobre, che le popolazioni originarie colombiane hanno proclamato per esigere il rispetto dei propri diritti ancestrali.
Un incontro di elaborazione e di forte dimensione politica, quello che si sta tenendo all’Università di Neiva, volto al rafforzamento dei legami e delle mobilitazioni sociali che in ogni parte del mondo stanno mettendo in forte discussione il modello energetico vigente. Nella Colombia del dopo – sciopero generale contadino, che ha visto dal 18 agosto in poco più di venti giorni, una dozzina di contadini uccisi e migliaia di casi di violenza.
Un incontro che anche Piedad Cordoba, referente del movimento Poder Ciudadano, ma soprattutto, una delle figure politiche più importanti di questo momento storico in Colombia, ha voluto appoggiare, inviandoci una lettera d’appoggio di forte vicinanza umana e politica.
La delegazione italiana – Rete Stop Enel, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, associazioni Yaku e Re:Common – ragionerà sull’impatto dei megaprogetti promossi dalla multinazionale Enel nel mondo, che proprio nel Quimbo, sul fiume Magdalena, sta costruendo la diga che si prevede inonderà almeno 8200 ettari di fertile terreno, mettendo la parola fine alla sostenibilità economica per centinaia di famiglie di pescatori e contadini, che verranno sfollati senza nessuna prospettiva alternativa. E soprattutto, porterà la propria solidarietà alla lotta di resistenza del Quimbo.
Un paradigma, quello del Quimbo dell’economia colombiana: una politica iperestrattivista che dalla “Locomotora minera” , lo sfruttamento intensivo minerario, all’idroelettrico e alle coltivazioni intensive di agro combustibili, soia e cotone transgenico, sottolinea in maniera tragica la relazione diretta che esiste nel Paese fra modello energetico e conflitto armato.
A livello latinoamericano, sono il Movimiento Colombiano por la Defensa de los Territorios Rios Vivos, la Asociación de Afectados por el Proyecto Hidroeléctrico El Quimbo –Asoquimbo- La Red Latinoamericana contra Represas –Redlar, e la Comision Justicia y Paz con l’appoggio dell’Università Surcolombiana di Neiva, a promuovere l’incontro.
Edwin Sánchez, rappresentante degli studenti della USCO, conferma il forte sostegno degli studenti alla resistenza contadina del Quimbo:” Questo incontro internazionale sulla politica estrattivista è importante perché non possiamo più ignorare gli effetti di simili decisioni sulle persone e sull’ambiente. Abbiamo anzi l’obbligo di dibattere, studiare, proporre modelli alternativi: come studenti universitari siamo la coscienza critica di questa regione”.
Per il professor Miller Dussàn, referente di Asoquimbo e docente dell’Università di Neiva, “L’incontro è l’espressione della solidarietà internazionale delle lotte di resistenza per la difesa dei territori minacciati da imprese come Enel- Emgesa ed Emerald Energy, e dalle politiche di sfollamento e violenza del Governo colombiano verso le comunità indigene e contadine che abitano questi territori”. L’incontro inoltre avviene proprio a ridosso del via libera, da parte della Corte Interamericana dei diritti Umani, del caso del Quimbo, per l’udienza tematica, il prossimo 31 ottobre, sulla violazione dei diritti delle comunità, vittime della costruzione di dighe in Colombia.
Verso il 12 ottobre, giornata contro i nuovi colonialismi, che se in Italia ha già in agenda decine di iniziative in ogni territorio italiano, in Colombia, nel Huila, ci vedrà proprio al Quimbo insieme alle comunità vittime della costruzione della diga, in una grande marcia simbolica che attraverserà proprio il territorio che Enel vuole inondare. [vedasi anche il sito dei ribelli]
Il 14 di ottobre ci sarà in tutta la Colombia una minga nacional dei popoli indigeni, una mobilitazione di tutte le comunità originarie del Paese che esigono il rispetto del loro diritto alla terra, al territorio, alla vita degna: “In difesa della Madre Terra, contro questa politica di terrore e guerra che portano avanti le multinazionali con i loro megaprogetti. E’ molto chiaro – dice la rappresentante del Popolo Nasa del Cauca – che in Colombia non ci sono sfollamenti a causa della guerra, ma la guerra è una strategia necessaria per gli sfollamentI.